Proposta di legge di protezione del consumatore italiano non dovrebbe avere alcun effetto sulle vendite

Il venerdì un giornale italiano ha eseguito un pezzo che MacRumors ha tradotto su come il Senato Act 2484 potesse “proibire l’iPhone in Italia”. Tuttavia, dopo aver consultato le nostre fonti all’interno di Apple e con un avvocato che è un oratore autoctono italiano conosce la proposta e la legislazione in Italia, Apple e i suoi fan non hanno nulla a cui preoccuparsi.

L’articolo 4 del Senate Act 2484 dichiara che gli utenti dispongono di diritti in un formato appropriato per il software giusto e non discriminatorio di utilizzo tecnologico, di proprietà o di contenuti aperti e di servizi a loro scelta.

Secondo l’avvocato con cui abbiamo parlato, il cosiddetto “giardino a parete” di Apple non è specificamente vietato, in quanto i dispositivi iOS necessitano di funzionare da App Store e viceversa.

Il potenziale scenario di “pollo o uovo” di ciò che ha bisogno di cosa e cosa è venuto prima è irrilevante, come un “formato appropriato” per iPhone e iPad viene scaricato dall’archivio di app e le restrizioni di Apple applicate agli sviluppatori non sono rilevanti anche a causa di la necessità.

Inoltre, la legge rileva anche che “gli strumenti contrattuali, tecnologici, economici o di esperienza utente” non sono vincolati dai requisiti della legge. App Store di Apple rientrano anche in “strumenti di esperienza utente” secondo l’avvocato che abbiamo consultato sulla questione.

Laddove la legge possa intervenire è nel marketing. Se un pezzo teorico di software potrebbe essere dimostrato correttamente su un iPad o iPad Pro e Apple artificialmente lo limita a iPad Pro per motivi di marketing e non tecnici, allora potrebbe venire meno alla legge.

Un contatto all’interno di Apple, non autorizzato a parlare ufficialmente per la società, ha chiamato la risposta del media al testo del diritto una “interpretazione ridicola” e non ha approfondito gli specifici perché.

Come proposto, il disegno di legge è stato presentato da Stefano Quintarelli, membro della commissione per le telecomunicazioni e il trasporto nel Parlamento italiano. Serve anche come presidente di AGID – il gruppo responsabile dell’adesione all’agenda digitale dell’Unione europea.

La Camera dei Deputati d’Italia ha approvato il disegno di legge nel luglio 2016 e attende il dibattito e l’approvazione nel Senato della Repubblica. Il resto della legge copre l’equivalente italiano del dibattito sulla neutralità netta.

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