Il virus di capodanno che ha infettato WhatsApp

Come il malware WhatsApp di Capodanno ha infettato migliaia di smartphone.

All’alba del nuovo anno molti utenti di WhatsApp potrebbero essersi alzati con una brutta sorpresa: il telefono infettato da un virus. Questo perché, tra i tanti messaggi di auguri che hanno intasato le chat di WhatsApp allo scoccare della mezzanotte, è circolato il classico link con un malware. È stato facile, del resto, per i criminali informatici, sfruttare la distrazione dei più frenetici e compulsivi fruitori della chat che, proprio nella notte di capodanno, si sono visti inondare lo smartphone da immagini, video e allegati di tutti i tipi. Nella gioia del momento, con in mano il bicchiere di champagne, in molti hanno cliccato e… hanno così spalancato le porte del proprio telefonino al virus WhatsApp di Capodanno.

Il messaggio recitava pressappoco così.

«[Nome mittente] ti ha inviato un messaggio privato!! Clicca ORA questo link per leggere il messaggio». Seguivano poi una serie di emjoy e infine il link con il malware.

Risultato: dati hackerati, dal primo all’ultimo. Password, accesso ai social, rubriche, messaggistiche: tutto è passato (almeno potenzialmente) nelle mani dei malintenzionati. Che non è detto li utilizzino, chiaramente. Ma già di per sé, sapere di avere il cellulare “sotto controllo” non fa piacere a nessuno. Nella migliore delle ipotesi, la navigazione sui browser potrebbe diventare infernale, con banner pubblicitari di tutti i tipi che si aprono al semplice passaggio dell’utente. Con il rischio di attivare servizi a pagamento che si rinnovano in automatico, così come è già successo in passato.

Ecco un esempio di come si è presentato il malware per gli utenti di Whatsapp.


Chiaramente, anche per il futuro, il consiglio è di non cliccare su link presenti in messaggi come questo. Per chi invece lo ha già fatto non resta che resettare lo smartphone, dopo aver fatto il backup di dati, e cambiare le password di accesso ai tutti i servizi presenti sul telefono (social, accesso alla home banking, Amazon e altri e-commerce). Le cose non si mettono bene per chi non è pratico di informatica e tecnologia: dovrà attendere domani per portare il cellulare a un centro assistenza e attendere il proprio turno, dietro a tutti gli altri malcapitati.

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